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Oxygenator turboventuri
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FAQ ossigenatore
Perché si utilizza acqua e non mosto?
L’acqua permette innanzitutto di vedere bene in trasparenza il formarsi delle bolle infatti tutti i venditori di altri sistemi di ossigenazione utilizzano questa metodoligia, inoltre la potenzialità di assorbimento di ossigeno dell’acqua è abbastanza stabile se i parametri vengono messi a confronto con altri test in cui si utilizzi acqua, non è possibile mettere a confronto i valori di OD (Ossigeno Disciolto) con altri rilievi eseguiti con mosto.
Se venisse utilizzato mosto i valori sarebbero diversi da ricetta a ricetta in quanto un mosto a densità 1.040 si satura prima e maggiormente di ossigeno rispetto ad un mosto a 1.050.
Più la OG è alta meno sarà l’ossigeno che si va a disciogliere. Anche un minore o maggiore utilizzo di luppolo da diverse saturazioni anche su mosti di uguale OG in quanto le resine del luppolo abbassano la capacità di assorbimento dell’ossigeno da parte del mosto quindi oltre alla variabile OG il luppolo da altre due variabili, quantità e varietà.
Altro fattore che influisce sul valore di OD è l’altezza sul livello del mare. L’ Ossimetro utilizzato nel test è tarato per un utilizzo a 20°C con compensazione automatica in letture comprese tra 0 e 50°C e pressione barometrica a livello del mare.
La lettura data va moltiplicata per il fattore di correzione corrispondente all’ altezza slm della località in cui eseguiamo l’analisi (test eseguito a 17 mt slm quindi fattore di correzione 1.00) perciò se a livello del mare abbiamo un OD pari a 10mg/l una misurazione analoga ma fatta a 1.500 mt slm darebbe una misura letta di 10mg/l che va moltiplicata per il fattore di correzione di 0,83 quindi lo strumento visualizza 10.00 ma in realtà il valore di OD è 10,00x0,83= 8,3mg/l
Quindi se abitiamo in montagna ad una altezza di 1.500mt slm e facciamo una superluppolata con OG 1.080 avremo un valore di OD basso. La stessa ricetta fatta sul livello del mare darebbe valori di OD maggiori.
A questo aggiungiamo anche che l’acqua ha una durezza ed una chimica molto variabile da zona a zona (sodio, carbonati, potassio, magnesio ecc. ) perché sicuramente l’acqua che si trova sulle Dolomiti è diversa dall’acqua che troviamo in centro a Milano quindi la capacità di assorbire ossigeno varia seppur di poco anche in questo caso.
Come si può capire le variabili in gioco sono veramente troppe per poter fare dei test con valori incontrovertibili per cui standard si utilizza acqua dolce a 20°C
Ma non produce troppa schiuma?
La schiuma che si forma durante l’ ossigenazione è appunto indice di ossigeno aggiunto quindi se per avere uno strato di, ad esempio, una decina di centimetri utilizzando una pompa ci si impiega mezz’ora per avere lo stesso strato di schiuma utilizzando l’ossigenatore TurboVenturi si impiegherà un tempo brevissimo ma ciò è migliorativo. Nel caso che dopo una decina di secondi vi sia un notevole strato di schiuma ci si può fermare per riprendere successivamente.
L’ossigenatore è stato concepito per avere un range di utilizzo su cotte con volumi che vanno dai 23 ai 200 litri quindi lo strato di schiuma in un fermentatore da 23 litri è indubbiamente molto più veloce a formarsi che in un tino da 200 litri
……aria ambiente non filtrata con filtro sterile?
Esatto, personalmente e ripeto personalmente reputo che la fase di ossigenazione del mosto sia uno dei momenti con meno rischio per la contaminazione rispetto a molti altri. Ad esempio un fermentatore con il bordo non saldato internamente ma pinzato può dare molti più problemi perché anche se abbiamo lavato e sanificato è praticamente impossibile lavare e sanificare il punto di incontro delle due lamiere fondo/parete. Quello che per noi è pulito perché pensiamo di averlo raggiunto in ogni sua parte in realtà non lo è.
Facciamo un viaggio nella fantasia ed assumiamo la dimensione di un battere. Quello che per noi è uno spazio infinitesimale per un battere è un canyon e li vi prolifera tranquillo che nessuna spazzola o spugna vi avrà modo di arrivare. Ecco che ci preoccupiamo dell’aria che entra che ha un basso potere infettivo e non di quello che si ferma in questa insenatura che ha una potenzialità di ospitare una carica batterica di gran lunga maggiore. E questo è solo uno dei punti critici ma pensiamo alle valvole non smontate in ogni loro componente ad ogni birrificazione, ai raccordi a filetto lasciati perennemente montati, alla pellicola proteica che si forma nella parete interna dei tubi, a quel piccolo punto in cui un tubo si innesta in un portagomma, ad una saldatura non fatta bene e con delle microporosità, allo scambiatore a piastre che dopo un’ora che lo lavi ancora fa fuoriuscire particelle di luppolo….. Questi a mio avviso possono dare molti più problemi dell’aria ambiente, con questo non voglio dire che l’aria ambiente non abbia un potenziale pericolo ma semplicemente che ci sono molti più punti critici in cui porre maggiore attenzione. Va quindi detto che, come spiegato nel filmato, l’ambiente dove si fa birra deve essere igienico e pulito e va valutato dove vi si possa formare una possibile coltura batterica come ad esempio le fughe delle mattonelle le quali assorbono il mosto che può succedere di versare per terra (a me succede spesso e le fughe hanno sete). Anche se lavate il pavimento nelle fughe proliferano i batteri quindi il pavimento oltre che lavato va disinfettato prima dell’utilizzo (io uso OP11 il giorno prima in soluzione all’1%) altrimenti semplicemente camminando andiamo a smuovere la carica batterica, anche i muri incrostati di muffa possono dare seri problemi di contaminazione per le spore che liberano. Negli stabilimenti dove si producono generi alimentari, quindi anche nei birrifici, non è ammesso il classico pavimento a mattonelle ma serve il pavimento a resina quindi senza fughe dove lo sporco ed i batteri vi entrano senza soluzione di uscita. Con questo non si vuol dire che il posto dove facciamo birra, per di più per divertimento, debba diventare un laboratorio farmaceutico ma una corretta pulizia e ambiente igienico sono importantissimi per abbattere drasticamente la possibilità di incappare in una contaminazione derivante dall’ambiente (quindi non dall’attrezzatura utilizzata) la quale va sanificata accuratamente a immersione utilizzando prodotti specifici tralasciando assolutamente il metabisolfito.
Estrema attenzione va posta sulla pietra porosa. Nel video vedete che accendo e spengo lasciandola immersa. Non facendo birra non mi sono posto il problema ma ricordate che la pompa va accesa PRIMA di immergere il diffusore e spenta DOPO averlo estratto e lasciato ad asciugare per permettere il meno possibile al mosto di entrarvi. Una volta entrato nelle piccole porosità pulirlo è quasi pura fantasia. Il diffusore inox ha porosità da 0,5 micron. Prendiamo un millimetro di carta e tagliamola in 1000 strisce, ora prendiamo una di queste strisce e tagliamola a metà! Questa è la dimensione dei fori. Reputo non sia possibile pulirlo, sanificarlo si se si bolle per 20 minuti ma resta il fatto che è si un diffusore sanificato ma sporco
Usare la pompa d’aria e utilizzare il filtro sterile una decina di volte è assolutamente inutile in quanto il filtro è sterile ma solo al primo utilizzo la volta dopo utilizzarlo è inutile quindi perché non utilizzare l’aria ambiente? Quanti splashano senza avere problemi? Quanti scuotono senza avere problemi? Quanti d’altro canto ossigenano con filtro sterile ed hanno problemi?
Non si rischia di andare in sovraossigenazione?
No perché in cotte con volumi da homebrew o microbirrifici i tank non hanno dimensioni tali da incorrere in questo problema. Supponiamo che uso l’ossigenatore a lungo e raggiungo livelli elevati di OD che sarebbero troppi, il mosto comunque non è in grado di trattenere tanto ossigeno da arrivare a dare problemi di sovraossigenazione e si va quindi a liberare in aria. Questo problema lo si può avere nei grossi birrifici dove i tank di fermentazione sono di svariati ettolitri, ecco che il mosto presente nella parte bassa del tank è sottoposto ad una grande pressione dovuta a tutto il mosto che sta nella parte superiore quindi nella parte bassa l’ossigeno in più che vi è intrappolato non riesce a tornare in superfice andando a sovraossigenare
Eseguite la passivazione solo nel punto in cui è stata persa?
No l’albero una volta lavorato viene completamente immerso in decapante, lavato, lucidato, sgrassato, rilavato ed in fine passivato sempre ad immersione totale nel passivante per almeno tre ore, rilavato e confezionato.
mg/l ppm o percentuale, che differenza c’è?
L’ossigeno disciolto viene solitamente misurato in mg/l ma il valore è lo stesso in ppm. Sono semplicemente due nomi della stessa grandezza.
Ora parliamo dell’altro parametro di misurazione ovvero la percentuale di saturazione appositamente tralasciata in quanto più complessa visto che lo strumento misura i mg/l
Condizioni di misura
Abbiamo acqua dolce a 20°C, siamo sul livello del mare quindi ad una pressione atmosferica di 101.3 KPa con fattore di correzione della lettura 1.00 ed abbiamo un valore OD pari a 9,17 mg/l
Questo è il valore che corrisponde ad una saturazione dell’acqua dolce pari al 100%
Dobbiamo applicare l’equazione 9,17:100=L:X
9,17(mg/l) e 100(%saturazione) sono quindi i nostri numeri fissi
L è la lettura dello strumento quindi un valore variabile
X è l’incognita della percentuale di saturazione che desideriamo sapere
Se come nel video del test lo strumento legge 10,00 (variabile L) quanto è il valore della saturazione espressa in percentuale? (incognita X)
9,17:100=10:X ovvero 100x10:9,17 = 109,05%
Se lo strumento come nel video del test legge 10,55 (variabile L) quanto è il valore della saturazione espressa in percentuale? (incognita X)
9,17:100=10,55:X ovvero 100x10,55:9,17 = 115,05%
Ora poniamo di fare il test ad una altezza di 1.500mt slm
Il valore che ci da lo strumento è ad esempio 10,00. Dobbiamo moltiplicare questo valore per il fattore di correzione di 0,83 quindi la misura reale sarà di 10,00x0,83= 8,3mg/l che corrisponde ad una saturazione in percentuale di
9,17:100=8,3:X ovvero 100x8,3:9,17 = 90,51%
Come vedete dai risultati una ossigenazione in alta montagna deve essere condotta per un tempo maggiore in quanto l’acqua e quindi anche il mosto si ossigenano con più difficoltà.
Ma non facciamo acqua facciamo birra
Come detto precedentemente le variabili sono molteplici quindi i test di ossigenazione vengono condotti con acqua
Ma se il livello di ossigeno disciolto è corretto anche con la pompa e diffusore quale sarebbe il vantaggio a utilizzare il vostro ossigenatore?
Con l’ossigenatore a TurboVenturi hai il vantaggio che raggiungi il livello di OD in un tempo di gran lunga inferiore, parliamo di 40-50secondi! Come spiegato poco fa l’ossigenatore è stato concepito per fermentazioni da 23 fino a 200 litri. Sebbene il test sia stato fatto utilizzando 25 litri di acqua bisogna considerare che il sistema a pompa e diffusore è idoneo fino ad un massimo di 23 litri quindi per chi facesse cotte da 50-100-150-200 litri il sistema a pompa e diffusore è da scartare a meno che non si vogliano utilizzare dalle 2 alle 9 pompe e relativi 2-9 diffusori
ottimo
qualità costruttiva ottima
Sam L
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